
Nell’emergenza sanitaria in corso causata dal Coronavirus (Covid-19), ognuno di noi cerca di proteggersi da un nemico invisibile con tutti i mezzi a disposizione. Uno di questi è indubbiamente l’uso delle mascherine.
A riguardo, viene specificato che esse devono coprire naso, bocca e mento e devono essere costituite interamente o in larga parte da materiale filtrante, idonee a proteggere coloro che ne fanno utilizzo contro gli aerosol, sia solidi che liquidi.
Il Ministero della Sanità specifica che, per essere utile e soprattutto per evitare problemi maggiori e falso senso di sicurezza, il loro uso deve essere accompagnato dallo scrupoloso rispetto di appropriate norme igieniche: principalmente lavaggio delle mani e distanziamento sociale.
Detto questo, quali sono i vari tipi di mascherine?
Innanzitutto, c’è da dire che le mascherine si dividono in DPI “Dispositivi di Protezione Individuale” e DM “Dispositivi Medici” o “mascherine Medicali”. I DPI in commercio, di qualunque tipo o categoria essi siano, devono presentare la marcatura CE. Nel campo della protezione delle vie respiratorie ce ne sono circa una quarantina.
Vediamo quindi come vengono classificate.

FFP2 e FFP3
Nel caso specifico, il tipo di maschere filtranti richieste per evitare il contagio da Coronavirus (classificato come “rischio biologico”), sono regolate dalla norma europea UNI EN 149. Tale norma, a seconda dell’efficienza filtrante, classifica le maschere in FFP1, FFP2, FFP3, dove FF significa “Semimaschera Filtrante”.
Le mascherine consigliate (a chi si deve proteggere dal virus, quindi medici e persone a contatto con malati) sono di classe FFP2 o, meglio, FFP3, che hanno una efficienza filtrante del 92% e 98% rispettivamente. Queste mascherine sono “sprecate” se utilizzate dalla persona infetta. E sono efficaci solo se indossate con precisa procedura, proprio per questo non sono consigliate a bambini o a persone con barba od occhiali, a causa “dell’impossibilità di un perfetto adattamento ai contorni del viso”.
Le FFP1, con il 78% di efficienza, sono insufficienti per proteggere dal virus e sono anche chiamate “antipolvere”.
Questi 3 tipi di mascherina possono essere dotati di valvola di esalazione, che non ha alcun effetto sulla capacità filtrante. Serve unicamente ai soccorritori ed al personale del triage, poiché è di supporto e più confortevole per chi è costretto ad utilizzare la mascherina a lungo tempo, in presenza di pazienti potenzialmente malati.
Chirurgiche
Sul sito del Ministero della Salute, le mascherine chirurgiche non vengono considerate né come dispositivi medici né come dispositivi di protezione individuale (vengono invece considerate così le FFP2 e le FFP3).
Hanno una diversa funzione rispetto alle FFP2 e FFP3: servono per limitare la diffusione di agenti biologici pericolosi nell’aria, non proteggono invece chi le indossa nella fase di inspirazione. Sono utili quindi in fase di uscita, non di entrata.
Queste mascherine, le cui caratteristiche e performance sono diverse da quelle delle sovra citate FFP2 o FFP3 possono, quindi, evitare che il portatore diffonda il contagio ma non proteggono lo stesso adeguatamente dal contagio di provenienza altrui, soprattutto per la scarsa aderenza al volto.
«La UNI EN 14683 prevede che esse possano anche essere indossate da pazienti infetti per ridurre il rischio di propagazione di infezione in situazione di epidemia o di pandemia. La norma individua tre tipi di mascherine, Type I, Type II e Type IIR, che si differenziano per efficacia di filtrazione batterica pari a 95% , 98% e 98% con anche protezione alla penetrazione di schizzi di fluidi corporei. Dopo l’utilizzo tali mascherine, essendo oggetti potenzialmente contaminati, esse devono essere immediatamente smaltite evitando di porre le stesse a contatto con altre parti del corpo che potrebbero divenire così anch’esse contaminate», spiega l’ingegnere Marco De Nardi, presidente della sottocommissione UNI “Dispositivi medici non attivi, dispositivi di trasfusione, valutazione biologica”.
Secondo gli esperti, questo tipo di mascherina può essere utilizzata quando si ha necessità di uscire di casa per fare la spesa, andare in farmacia, per situazioni di emergenza e per recarsi a lavoro.
Alla luce di quanto discusso, tu quale sceglierai?